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La Battaglia di Pavia

La Battaglia di Pavia

F.to del volume cm. 22x22 - Composto da n. 176 pagine stampate interamente a colori e riccamente illustrate.

 

Dalla Prefazione di Marco Galandra:

Molto è stato scritto sulla battaglia di Pavia, considerata da tutti un punto di svolta non solo nella storia politico-sociale europea ma anche in quella militare del mondo occidentale. I fatti e le circostanze che portarono l’esercito francese e quello imperiale a scontrarsi nei pressi della città sul Ticino, il 24 febbraio 1525, sono ben noti. Meno facile è invece ricostruire lo svolgimento della battaglia, che è stato descritto quasi sempre in modo errato da chi si è occupato in seguito dell’argomento. A partire da Reinhard Thom e da Sir Charles Oman, che scrissero rispettivamente agli inizi e nella prima della metà del secolo scorso, al Désastre de Pavie di Gian Giono, uscito nel 1963, al Pavia 1525 di Angus Konstam (1996), al terzo volume delle Italian Wars di Massimo Predonzani e Vincenzo Alberici, pubblicato in lingua inglese nel 2022, al Pavia 1525 dello spagnolo Alex Claramunt Soto (2025), questi errori sono passati da un autore all’altro, riportati quasi fedelmente, senza che nessuno abbia mai sentito la necessità di verificare le affermazioni di chi aveva scritto prima di lui. In particolare, il luogo in cui gli imperiali fecero irruzione nel Parco Visconteo e la zona del Parco in cui si svolse la battaglia sono stati pervicacemente identificati in modo errato, contrario alla logica e ignorando le testimonianze dei contemporanei e dei testimoni locali. Solo il libro di Jean-Paul Mayer, Pavie, 1525. L’Italie joue son destin pour deux siècles, uscito nel 1998, pur non esente da imprecisioni, per la prima volta gettò una luce diversa sullo svolgimento della battaglia, sottolineando correttamente che essa ebbe luogo non nella parte nord-occidentale del Parco Visconteo (Parco Vecchio) di Pavia, come fino ad allora tutti avevano scritto, ma in quella sud-orientale, non sulla riva destra, quindi, ma su quella sinistra della Vernavola, il colatore che attraversava (e attraversa ancora) da nord a sud l’antica riserva di caccia dei signori di Milano. E, in effetti, perché mai Francesco I avrebbe dovuto trovarsi con le sue truppe nell’angolo nord-occidentale del Parco Vecchio, mentre il nemico era accampato da settimane esattamente dalla parte opposta, a chilometri di distanza, a sud-est?  Nel 2005, pubblicai così un volumetto, L’Assedio e la Battaglia di Pavia – Ottobre 1524 – Febbraio 1525, che proponeva, per la prima volta in italiano, questa nuova e più corretta interpretazione del fatto d’arme. Nel 2021, il libro Da Marignano a Pavia: le guerre italiane di Francesco I (1515-1525)”, di Marco Galandra e Luigi Casali, ha riproposto questa versione della battaglia. Pochi mesi or sono, infine, è stato pubblicato in Francia un nuovo, interessante lavoro del professor Julien Guinand, Pavie 1525, che descrive il fatto d’arme di Pavia seguendo l’interpretazione da me proposta vent’anni or sono.  Il Quinto Centenario della battaglia, che cade quest’anno, mi offre l’occasione per tornare sull’argomento, descrivendo non solo lo svolgimento corretto del fatto d’arme del 24 febbraio 1525 ma anche facendone conoscere i protagonisti, i luoghi, le curiosità in una Guida che spero risulti interessante e di piacevole lettura.

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